A distanza di poco più di tre settimane dalla sparatoria di Roma, le condizioni cliniche di Ciro Esposito sono nettamente migliorate. Ventiquattro giorni in cui il tifoso ferito a Roma prima della finale di Coppa Italia è stato più volte in bilico tra la vita e la morte, con la sua tempra di ragazzo giovane e forte che lo ha sostenuto fino a fargli intravedere nuovamente un raggio di sole in fondo al tunnel. Ora che le luci dei riflettori si sono leggermente affievolite, ci è sembrato giusto ascoltare di nuovo Vincenzo Esposito, lo zio di Ciro, per capire effettivamente come sta il ragazzo. E la sua risposta ci riempie il cuore: "Sta meglio, ora lo possiamo dire con più tranquillità. La situazione è stazionaria, il quadro clinico è stabile. Ha iniziato la fisioterapia, siamo molto fiduciosi, anche se permane un piccolo problema".
Quale?
"Il polmone attraversato dal proiettile. Nell'ultima operazione i medici ne hanno asportato il lobo superiore per l'infezione che l'aveva colpito. Ciro deve iniziare a tossire, ora c'è un ristagno dei muchi che devono essere espettorati. E' questo l'ostacolo maggiore al momento"
Ciro è cosciente? Cosa ricorda di quel pomeriggio?
"E' cosciente e parla, anche se con fatica, dato che il suo corpo è molto debilitato. Ieri mi ha chiamato per farmi gli auguri di compleanno, è stata una gioia sentirlo a telefono. In relazione a quanto accaduto il 3 maggio scorso, quando era sotto allucinazione da farmaci ricordava tutto, mi ha detto più volte di non aver fatto nulla e di essere scappato dal posto in cui stavano succedendo gli incidenti. Ora invece è come se il suo cervello avesse rimosso l'accaduto: ieri gli ho detto che anche Gennaro Fioretti, che lui conosce bene, è ricoverato al Gemelli. E lui mi ha chiesto: "Perchè, è stato ferito anche Gennaro?". Sarà un percorso duro anche dal punto di vista psicologico, ma sono sicuro che ce la farà"
Nei giorni successivi ai fatti di Roma si è assistito a un vero e proprio sciacallaggio mediatico. Che idea si è fatto?
"Credo che molte cose siano state manipolate. C'è un sistema affaristico che mira a distorcere la verità. Io vorrei che questo episodio, questa tragedia che solo per caso non si è trasmormata in una pagina di lutto, stabilisse un punto di svolta nel mondo del calcio. Ma mi sto accorgendo che è difficile. Faccio un esempio: rispetto molto Francesco Totti, calciatore fortissimo e uomo vero. Ma mi avrebbe fatto piacere se anche lui fosse andato a trovare Ciro: sarebbe stato un segnale importantissimo che invece non è arrivato"
Avete ricevuto tante dimostrazioni d'affetto, sia morali che materiali. Anche il Napoli si è unito.
"Proprio così. Abbiamo ricevuto solidarietà dal Presidente De Laurentiis, il Dottor De Nicola è venuto in ospedale per sincerarsi delle condizioni di Ciro. E il Napoli ha messo a disposizione una stanza d'albergo a Roma"
Ormai è passato un po' di tempo da quello sciagurato pomeriggio. Quale sensazione le resta dentro?
"Sembrerà strano, ma al di là della preoccupazione per le condizioni di Ciro, ho scoperto la voglia che ha Napoli di lottare, di unirsi, di fare fronte comune. E la mia speranza ora è proprio questa: che questo episodio possa far riscoprire anche all'esterno il grande cuore di una città che viene troppo spesso bistrattata"