La lettera del tifoso
Salve, sono un tifoso romano e romanista, ieri presente allo stadio Olimpico in tribuna Tevere per la partita contro la Juve.
Vi scrivo perché ci tengo a farvi sapere, e ci tengo a farlo sapere a tutti i napoletani, quindi vi pregherei di scrivere un articoletto in proposito, che dalle due tribune ieri abbiamo puntualmente fischiato in ogni occasione le nostre curve cercando di sommergere i loro stupidi e vergognosi cori contro il Napoli. E abbiamo anche esposto uno striscione CONTRO LA VIOLENZA FUORI E DENTRO GLI STADI. Non so se dalla tv vi siate resi conto, perché vedo che nessun sito lo riporta. Ma io c’ero e ve lo assicuro. E vi racconto che in tribuna ci guardavamo sbigottiti per l’assurda scelta dei cosiddetti “ultras” di rovinare una partita così prestigiosa con quei cori inappropriati e fuori luogo. E i commenti di noi tifosi della Roma lì in Tribuna erano “sono dei deficienti, a questi della squadra non importa nulla, solo delle loro stupide guerriglie”, e parole di umana comprensione e speranza per il tifoso Ciro Esposito. Ci siamo dissociati completamente, e anche sonoramente, a quella vergogna che comunque ci ha scosso.
Ma sappiate che a fronte di 100 incivili ci sono 20.000 persone corrette, ancne se quei 100 sono sicuramente più rumorosi e amplificati da stampa e televisioni sciacalli.
Vi chiediamo scusa NOI a nome di quelle bestie.
Forza Roma e forza Ciro!
Siamo stanchi di questo calcio malato, dittatura degli ultras che non ci rappresentano.
Sul web nelle ultime ore sta circolando un lettera di alcuni tifosi romanisti che si sono dissociati completamente da quanto accaduto ieri all'Olimpico. "C'erano una volta gli Ultras. Gente con un'ideologia ben precisa. Gente tosta ma con dei principi imprescindibili e con un codice chiaro ed intransigente. Gli Ultras che ripudiano lame e pistole e che condannano chi ne fa uso. Quelli che colorano i settori d'Italia e lasciano a bocca aperta il mondo intero. Gli stessi che vivono 7 giorni su 7 e 24h su 24 la Curva Sud e ne portano in alto il nome. Quegli Ultras, pochi, pochissimi, che ancora vivono di sani principi e di rivalità accese, ma che mai sfociano in puncicate o pistolettate verso gli avversari. Quegli Ultras che, quando bisogna comunicare qualcosa, diramano comunicati e spiegano le proprie ragioni. Quegli stessi uomini che cantano per 90 minuti per Roma e per la Roma. Quegli Ultras a Roma non ci sono più. Oggi si è deciso di non cantare ed in pochi ne conoscevano il motivo. Valido o meno che fosse, un comunicato sarebbe stato la soluzione a questo problema. Comunicati non se ne vedono più, la Sud è spezzettata in diecimila gruppetti, ognuno per i fatti propri. E proprio questa è la causa di uno striscione che oggi ci ha fatto rabbrividire. FORZA DANIELE. Mi aspettavo oggi una risposta della curva per i fatti di sabato scorso. La risposta è arrivata, ma non è di certo stata quella che ci si aspettava, o quantomeno quella che ci si voleva aspettare. Chi alza certi striscioni non ha la benchè minima idea di cosa significhi la parola Ultras. Non è un Ultras e non è degno di stare all'interno di una curva come la Sud macchiandone il nome innalzando lettere a caso che in poche parole vanno contro ai principi che un gruppo dovrebbe avere. Ovviamente chi vive la curva con i sani principi di cui tutti dovrebbero essere dotati la pensa esattamente come me, ma non avendo dato voce al proprio dissenso, quello che oggi passa è che la Sud è unita e concorde all'uso delle armi negli scontri tra gruppi. Questa sera non conta tanto che la Roma abbia perso, questa sera, per colpa di alcuni, ha perso la Curva Sud Roma".