Ahesc..... stiamo parlando un'attimo di vent'anni fa.....
Più o meno ricordo che davo un valore all'incognita e riportavo sugli assi, qualcosa usciva sempre.
Ah, ho capito, per punti e poi interpolando. Può funzionare, anche se per funzioni fortemente variabili può creare dei problemi.
Ricordo che io facevo un servizio simile per il calcolo dei limiti, se x tendeva ad infinito riproducevo sulla calcolatrice la funzione pari pari mettendo al posto di x tipo 9999999 per avere un'idea di che doveva uscire fuori; idem se x->0, e ci mettevo 0,00000001.
Naturalmente allo scritto di Analisi 1 questo sistema mi fregò malamente perchè all'infinito la funzione oscillava tra -infinito e +infinito

Sono del parere che le derivate, essendo forse la cosa più meccanica della matematica, necessitino solo di studio, esercizio, per venirne a capo.
Quando stavo al liceo le derivate erano simpatiche e facili da fare, effettivamente si trattava di applicare la regoletta e voilà; l'integrale invece era più bastardo, perchè si trattava di individuare la giusta strategia risolutiva, che non era sempre apparente.
Poi mi sono iscritto all'università, ho iniziato corsi di Analisi Matematica, sono uscite fuori le equazioni differenziali e ho stabilito che mentre l'integrale è maschio, perchè se ti caca il cazzo lo fa in maniera amichevole e senza, dopotutto, arrecarti eccessivo fastidio, la derivata è sicuramente femmina perchè prima ti fa le moine, fa la simpatica e te la fa pure annusare, ma poi si rivela la grandissima puttana che ti rende la vita un inferno.