Io l'ho visto tre volte, appena uscì in DVD, qualche mese dopo perchè non sapevo cosa vedere e ieri in famiglia.
La prima volta mi lasciò perplesso, fui pure tentato di chiudere baracc e burattini e dedicarmi a qualche film di Vincent Vaughn o Adam Sandler
ma continuai con fastidio. Già la seconda volta iniziai ad apprezzarlo e ieri quasi sorridevo a leggere i commenti della gente che non ci capiva manc' 'o cazz, che sdegnata smadonnava i giudici degli Oscar posseduti dall'anima di chi sa quale intenditore di cinema quando poi il massimo picco raggiunto a livello cinematografico è "Una poltrona per due" nella notte di Natale.
Il film si propone di descrivere la corruzione etica e morale della società romana, specchio dell'Italia attraverso un uomo che dal nulla ne è diventato il massimo esponente. Uno scrittore che a un certo punto della sua vita,
"quando inizia a morirgli tutto intorno", capisce che dopo sessantacinque anni lui non ha concluso niente diventando si il re della mondanità, ma allo stesso tempo nessuno interiormente (
"Tu non sei nessuno" dalla bambina). E Sorrentino ci butta dentro tutto e tutti: i pervertiti venditori, le donne con le palle, i preti in Rolls Royce, la gente che legge Proust ma spruzza su Ammaniti, la gente follemente innamorata che vedova da nemmeno un mese si butta con la polacca di turno e in questa "
fauna" lo scrittore tenta di cercare "La Grande Bellezza", quella bellezza che gli è mancata, che non gli ha consentito di tornare a scrivere e che ovviamente non riesce a trovare nel nulla assoluto, nelle pippate di cocaina, nei trenini sugli attici e nelle donne ricche che gli si concedono a lui o che vorrebbero farlo tra un ballo e l'altro.
Ma "le radici sono importanti" e non è un caso che la rottura degli equilibri narrativi nel film avviene incentrando la focalizzazione sul passato e mai sul presente, Jep si "redime" alla notizia della morte della donna da lui amata, si invaghisce di Ramona figli di un amico che non vedeva da anni e diventa più esplicito con la figura della Santa a cui aveva concesso un'intervista ai tempi del suo primo ed unico libro. E allora Jep capisce che la Grande Bellezza non va ricercata nelle cose visibili ad occhio nudo, la radici sono nascoste nell'albero e sono riserva di amido che nelle piante è fondamentale, ma in ciò che si è vissuto e ha lasciato un segno all'interno del proprio animo:
Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c'è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo. Bla. Bla. Bla. Bla. Altrove, c'è l'altrove. Io non mi occupo dell'altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.La Grande Bellezza è quella cosa che lo fa stare bene, non quella cosa che gli piace. Dunque l'unica cosa che gli piace o meglio che gli è piaciuta, che l'ha fatto sentire veramente vivo è la donna amata in gioventù che seppur morta resta viva nel cuore dello scrittore che considera la morte, come per la giraffa fatta scomparire dal suo amico mago, solo un trucco in cui non bisogna curarsi di dove la persona è andata a finire, ma dei sentimenti e delle emozioni che la sua vita ha lasciato nel cuore di chi ha vissuto con lei e delle emozioni che la sua scomparsa ha tracciato nel cuore degli stessi e nel nostro caso di Jep, proprio come in un trucco di magia.
La Grande Bellezza non è un film immediato anzi è un film che deve essere visto più volte perchè il voluto vuoto narrativo metafora del vuoto morale ed etico della società italiana è sostituito da un'immensa autostrada di sensi metaforici dei dialoghi, delle persone e delle cose che costituiscono nell'insieme "La Grande Bellezza" del film nella sua integrità insieme ovviamente a vette estetiche nelle inquadrature e nei paesaggi che fanno di Sorrentino un vero e proprio esteta del cinema italiano. Io l'ho apprezzato e mi è piaciuto molto, ma non nego che è un film assai pretenzioso che va visto in maniera impegnata... assai impegnata pure più di una volta, ma l'Oscar è assolutamente meritato e Servillo è un Dio di attore.
*** 1/2 - ****