Comunque Cruijff prima, Alì ora, fanno pensare a quanto è radicalmente cambiato il mondo in trent'anni.
Prima era tutto un ribollire, sia nello sport, basti pensare alle innovazioni tecniche che hanno portato nelle rispettive discipline,
sia nel sociale, e qui è impietosa la differenza rispetto agli sportivi d'elite attuali,
in uno scenario dove era ancora forte l'idea di vivere i moti storici, di determinarli anziché subirli,
di fare lo show (vedi Alì in particolare) anziché esserne pedina.
Comunque Alì per me sportivo più influente della storia a mani basse,
anche perché a differenza di altri, penso ad esempio a Maradona, ha agito contro ma internamente al sistema,
diventando di fatto veicolo di contenuti, talvolta scomodi, ma perfettamente integrato nella cultura pop,
tant'è che è stato grandissimo campione popolare, trasversale alle epoche e alle classi sociali.
In questo ha mostrato una padronanza assoluta dei media, oltre che infinita intelligenza e paraculaggine.
Non lo considero un idolo da attaccare alla parete (per me colpa enorme essere andato a combattere con Foreman da Mobutu),
così come Maradona a maggior ragione,
nè personalmente credo che sia stato il pugile più forte né il più emblematico della storia - ho sempre preferito i negri sporchi e cattivi, inadatti nell'America del tempo a fare da veicolo commerciale dell'integrazione come ha fatto Alì, tipo il Sonny Liston che da piccolo prendeva le frustate sulla schiena e si è fatto la galera, e che si doveva alzare da terra in quel famoso incontro con Alì con foto storica da spot Coca Cola, ma che probabilmente ci era andato per l'ingerenza della mafia e non per presunti cazzotti invisibili, o lo stesso Tyson della ridente Brownsville successivamente, o Joe Louis, da molti considerato il migliore di sempre, morto in miseria nera - però, fatto questo inciso chilometrico, quanta freva a non averlo visto in diretta la notte, quanta magia quando azzecchi a guardare i vecchi incontri e lo vedi ballare come un welter cubano.