Si chiama Keihanaikukauakahihuliheekahaunaele: il nome hawaiano non sta su carta d'identità e patente Usa
La signora Janice «Lokelani» Keihanaikuka uakahihuliheekahaunaele porta con orgoglio e soddisfazione il suo cognome hawaiano. Anche se le sta causando non pochi problemi con le autorità Usa. Le 36 lettere che lo compongono, come le hanno spiegato ripetutamente, per motivi «tecnici» non possono essere stampate sui documenti ufficiali degli Stati Uniti che, dal 1959 hanno giurisdizione su tutte le isole dell'arcipelago hawaiano dell'Oceano Pacifico (le Hawaii sono appunto il 50° stato Usa). Per questo, negli ultimi venti anni, la patente di Janice «Lokelani» Keihanaikukauakahihuliheekahaunaele è stata un po' «speciale»: niente nome proprio e cognome troncato della lettera finale, Keihanaikukauakahihuliheekahaunae. Janice era però riuscita ad ottenere - con una speciale dispensa - che, almeno sulla carta d'identità, comparissero le sue esatte generalità: quindi nome e cognome per esteso. IL NOME è TUTTO» - «Avere il nome troncato sui documenti è un'ingiustizia e anche un atto di disprezzo verso tutto il popolo hawaiano», sostiene la signora Keihanaikukaua kahihuliheekahaunaele che spiega di essere molto affezionata al suo super-lungo cognome «ereditato» dal marito che è morto. Ma non solo. «Per alcune persone nel mondo, in alcuni Paesi, il proprio nome è tutto - dice - Se ad esempio mi presento ad un anziano hawaiano, lui semplicemente dal mio nome capirà tutto sulla famiglia di mio marito, tornando indietro di molte generazioni. Per questo quando il nome viene troncato, menomato, alterato, viene distorto anche tutto il significato che porta con se. Purtroppo molte persone si vergognano e nascondono il loro vero nome adattandosi alla cultura dominante». LA BATTAGLIA CONTINUA - Questo non è il caso di Janice «Lokelani» Keihanaikukauakahihuliheekahaunaele che promette di continuare a combattere per il suo lungo nome. Al momento dagli Usa è arrivata la proposta di un nuovo compromesso: «Possiamo arrivare a 40 lettere», spiegano. Chissà se alla signora Keihanaikukauakahihuliheekahaunaele basteranno.