La storia di Damiao (parti 2-4):
Quanti no ha dovuto sentirsi dire Leandro Damiao prima di arrivare, finalmente all’Inter di Porto Alegre e scalare i vertici del calcio brasiliano fino ad esordire nelal Seleçao? San Paolo, Corinthians, Palmeiras, Santos, Portuguesa, Juventus e Paulista sono state solo alcuni dei club che, dopo averlo provato, gli hanno risposto che non per lui non c’era posto. Leandro Damiao a un certo punto aveva quasi deciso di chiudere con il calcio e di mettersi a lavorare con il padre. Era frustrato anche perchè in uno dei tanti provini, al Palmeiras, tutto era andato bene: aveva giocato a un buon livello, aveva segnato un gol, sembrava che ci fossero tutte le prerogative per entrare finalmente in una grande società e invece, ancora una volta gli dissero no. «Ma non conoscevo nessuno che potesse aiutarmi – così ricorda quei momenti – nessuno che dicesse: ‘dai un’occhiata a quel ragazzo…’».
L’attore preferito di Leandro Damiao è Will Smith. Si può dire che Leandro Damiao (che è il suo nome di battesimo) ha visto tutti i film dell’attore americano. Una passione che aveva sempre avuto, ma che solo quando la vita, da un punto di vista economico, era migliorata, vale dire dopo il trasferimento all’Atletico Ibirama, il cui nome vero è Hermann Aichinger, ha potuto soddisfare. A Ibirama, cittadina sempre dello stato di Santa Caterina, infatti Leandro Damiao ha potuto finalmente cominciare una vita, da un punto di vista sportivo, normale. Allenamenti regolari in strutture che prima quasi non aveva mai visto, allenatori capaci, pagamenti regolari per quello che riguarda gli stipendi e finalmente la possibilità di esprimere le proprie qualità in un ambiente che poi lo ha fortemente aiutato a farsi conoscere e apprezzare con una stagione in prestito al Marcilio Dias, per poi tornare all’Atletico.
Il padre Natalino è stato tutto per Leandro Damiao, gli ha fatto anche da madre dopo che si è separato dalla moglie. Un rapporto strettissimo e famose sono diventate le sue celebrazioni, dopo i gol, facendo il gesto dei ‘bigode’, il baffo proprio per papà Natalino. Aveva quattro anni Leandro Damiao quando la mamma se ne andò, portandolo con sè, assieme a due fratellini. Ma Natalino fece ricorso alla giustizia e ottenne l’affidamento dei figli. E tutto ciò che Leandro Damiao ha ottenuto finora lo ha dedicato a Natalino: «Mio padre è la persona più speciale che abbia avuto nella mia infanzia, mi ha sempre aiutato. E quando lo posso omaggiare, in qualsiasi modo, lo faccio perchè lo merita. Lui ha lottato per me e io oggi lo faccio per lui». Un rapporto padre-figlio davvero incredibile: «Per me è più di un figlio, più di un fratello – dice Natalino – puro orgoglio. Non ho parole per parlare…»