Detto in maniera semplice semplice per non dire altamente maccheronica, lo Stato non produce autonomamente ricchezza: pertanto, per far fronte alle spese o realizzarne di nuove, ha due possibilità:
- aumentare le tasse e dunque riscuotere tributi direttamente dai cittadini
- indebitarsi con vari soggetti
nel secondo caso, lo Stato emette i titoli di Stato che sono null'altro che obbligazioni. Dei pagherò.
Insomma lo Stato sottoscrive un prestito (il di cui creditore può essere di vario genere, dal privato cittadino ad un altro Stato) che si impegna a restituire entro un tot di anni ad un determinato interesse.
In Italia i titoli di Stato sono di vario genere, BOT, BTP, CCT eccetera.
Le banche italiane hanno un problema di liquidità che si è creato in seguito al fenomeno dei crediti deteriorati, o non-performing loans.
In pratica molti prestiti non sono tornati indietro - parliamo di cifre importantissime - e il basso tasso di interesse stabilito dalla BCE per stimolare la crescita (insomma per evitare strozzinaggi ed anatocismi vari in un periodo già di crisi economica) ha contribuito all'aggravarsi della situazione.
A questo punto ci sono due modi di iniettare liquidità per scongiurare un eventuale crisi bancaria (cioè l'incapacità di far fronte a crediti vantati da terzi): il bail-in ed il bail-out.
Senza dilungarci più di tanto, il primo metodo (che è quello previsto dall'attuale normativa UE) prevede che siano i singoli, dagli azionisti ai singoli correntisti, a rimetterci le penne per far uscire le banche, in cui hanno investito soldi e risparmi, da un'eventuale crisi.
L'Italia ha approvato queste regole europee, ma la loro applicazione sarebbe un chiaro harakiri politico per il Governo in carica in quel momento. Chiaramente una simile evenienza ha solo contribuito ad abbassare i valori azionari delle banche italiane, visto che la loro credibilità è stata messa in forte rischio, generando così una situazioni di panico sui titoli di borsa.
L'altra strategia, il bail-out, prevede che il salvataggio venga fatto dallo Stato che inietta direttamente liquidità negli istituti a rischio.
Come detto, lo Stato può procurarsi quei soldi in due modi: o si indebita o aumenta le tasse.
Poichè il secondo caso sarebbe clamoroso (con la comunità che si becca la tassa per le idiozie delle banche), ha deciso di aumentare il debito pubblico. Cosa che comunque sconteremo noi, in un modo o nell'altro (tagliando da altre parti per rientrare o aumentando in maniera soft la pressione fiscale su tasse già esistenti ecc.)