Io ho partecipato alla missione Apollo 15 sulla Luna, quindi posso riportarvi le mie opinioni, forte della mia esperienza politica e sociale da una nuova prospettiva: lo spazio. Se lo volete sapere, sono stato pure nel Klondike alla ricerca della pepita perfetta. Ho un bagaglio d'esperienza considerevole, quindi inchinatevi. L'Idealismo fine a se stesso è un guscio vuoto, se l'obiettivo è la semplice autoreferenzialità, se un'idea rimane ferma, ancorata a un passato remoto, contesto storico, incapace di rapportarsi alla realtà odierna. Gli ideali che sanno sopravvivere e interpretare la realtà con la categoria del presente, quelli che ispirano gesti concreti sono invece il motore della politica, cosa che certo tecnicismo non è e non sarà mai in grado di comprendere. Un giorno incontrai il Dalai Lama e Abramo Lincoln, ma questa è un'altra storia.
ecco è una buonissima riflessione, anche se non concordo ovviamente sull'ultimo punto, perchè per me il cosiddetto tecnicismo non è altro che una presa di coscienza della materia, coerente, che si può altrettanto avvalere di ideali per interpretare e plasmare la realtà. Per me quello che chiamate tecnico è una persona che è semplicemente competente in un campo e può affrontarne i problemi (e al contempo presentare le soluzioni al pubblico) con cognizione di causa. Poi può essere pure un politico, quello non ha bisogno certo di una preparazione accademica...
Almirante non esitò ad accettare l'alleanza con la DC per il referendum sul divorzio, nonostante il suo dissenso, per ragioni personali.
Ma comunque, difficilmente Almirante avrebbe accettato un alleanza con uno come Berlusconi. La mossa fu fatta per la smania di potere, senza una grande coscienza di quanto si sarebbero sputtanati, oltre che perso in dignità all'interno della destra. Comunque sia, il loro ruolo come partito popolare era comunque finito, con la dissoluzione del blocco sovietico, è stata scelta comunque comprensibile.
Poi vabbè il resto francamente non lo condivido, dici di credere nella tecnocrazia, credendo nel futuro, ma per me altro non è che ritornare indietro di 200 anni, un ritorno alla politica notabiliare ed elitaria.
200 anni fa si faceva l'inchino alla Chiesa cattolica per ogni starnuto... L'unico ad ergersi in nome del futuro, dell'Europa, della modernità e laicità dello stato fu un certo Mazzini... Se ne stette in esilio tutta la vita...
Su Almirante e l'MSI fai un discorso monco... Vero che Almirante avrebbe fatto resistenza, di certo più di Fini, ma non era mica un fesso come Rauti, di quelli che non conoscono l'opportunità politica che gli si presenta davanti... e noi facciamo il pari con la Germania con i movimenti di estrema destra, nel senso che a prescindere dalla dissoluzione del contrasto con il comunismo sovietico, senza il Berlusca a sdoganarli sarebbero rimasti ostracizzati. Almirante semmai non avrebbe accettato la dissoluzione del partito nel PDL, si sarebbe spostato verso posizioni neogolliste, di facciata, ma marcando il proprio territorio... Non scodinzolando a Berlusconi come ha fatto Fini sperando nel delfinato...
Almirante è quello che ha rileggittimato i fascisti nel MSI come Berlinguer portò il PCI al record del 36%, due risultati incredibili, anche se di diversa natura...
Grandi statisti, certo... Peccato fossero pure due figliol di troia... Ma d'altronde per l'ubriacone inglese Mussolini non era forse il miglior statista europeo?
Ritornando al discorso sul ritorno al futuro, o il passato prossimo di cui parli, per me in un paese dove c'è chi sventola simboli fascisti o comunisti, parlare di essere ancorati al passato è un eufemismo... C'è persino chi nega ancora gli eccidi della Guardia di Ferro di Codreanu e quelli di Tito in nome di campanilismi che puzzano di vecchio (per non dire arteriosclerotico).
Ho bisogno di cambiar aria, pulita come con le auto a idrogeno, please...