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CASTELVOLTURNO - Le parole, nel Terzo Millennio, ha smesso di portarle via il vento: ma se carta canta, il twitt è un cinguettio che sa di promessa. «Sarà un Napoli giovane, forte e tosto». E sarà il decimo Napoli di Aurelio De Laurentiis, un miracolo costruito dal basso, partendo dal sottoscala del calcio, scalandolo poi imperiosamente: dalla C alla B e immediatamente in A; e l'Intertoto e l'Europa League e la Champions e la coppa Italia, e un ruolo centrale in quel Vecchio Continente ormai disabitato da un quarto di secolo. Meno otto alla fine e però, quando il big ben del campionato obbligherà a fermarsi ed il destino si sarà compiuto, bisognerà intervenire, tirar fuori le idee, assecondare il profilo (ormai elevatissimo) d'un club che convive quotidianamente nell'elite, che s'è giocato lo scudetto due anni fa con il Milan e che quest'anno ha rappresentato l'autentica anti-Juve: «Sarà un Napoli giovane, forte e tosto»: ditelo come volete e De Laurentiis l'ha fatto l'altro giorno, in vernacolo ma assai chiaramente, per ribadire la (ferma) volontà di dare un seguito al progetto e anzi arricchirlo ulteriormente. Il mercato è un'insidia ma pure un'incognita: ma nei data base c'è materiale, ci sono sogni d'una certa età ma (e di un'accertata qualità) come Lampard, ma pure giovani «leoni» individuati qua e là, andando a rovistare ovunque, soprattutto in Sud America, principalmente in Brasile, però senza dimenticare l'Argentina e l'Uruguay e un'Europa che ha materia tecnico d'assoluto richiamo. Il Napoli che verrà sarà diramazione diretta di questa squadra che a due mesi dalla chiusura delle osilità è alle spalle di Madame ma due punti avanti al Milan: e in quelle notti magiche che una città intera aspetta a braccia aperte, bisognerà spedirci una squadra «giovane, forte e tosta» come Sandro, come Sanchez, come Wellington Nem.
L'ATTACCANTE - Dribbling secco che ricorda Insigne e uno scatto bruciante che sa (tanto) di Lavezzi, velocità spaventosa espressa da un fisico esplosivo. Ventuno anni e, chiaramente, non sentirli affatto, perché in quel Wellington Nem c'è la sana, pura incoscienza di chi sa trasformare uno stadio in un luna parkContratto in scadenza nel 2015: ma le stagioni del calcio sfilano via rapidamente e non conviene a nessuno arrivare nell'estate del 2014 senza aver rinnovato. O senza aver provveduto a vendere.
IL CENTROCAMPISTA - Sandro è stato - e rimane - il desiderio d'un Napoli in stile-Mazzarri, uno dei due centrocampisti che proteggono la difesa e poi lasciano sfogare l'azione sugli esterni attraverso la padronanza del lancio che a vent'anni appena l'ha trascinato di slancio in una Nazionale in cui non mancano certo le personalità di spicco. Il Brasile è una miniera di piedi d'oro e in quel centrocampista capace di miscelare il talento alla saggezza il Napoli ha trovato ciò che cercava, il fosforo che tracima e però anche una carta d'identità (24 anni) che si concilia perfettamente con il progetto e anzi lo asseconda: e poi, in quella sintesi perfetta tra il fine dicitore ed il regista (assai) moderno, nonostante l'incidente al crociato del ginocchio destro del gennaio scorso che ha un suo peso, incide e spinge a riflessioni prolungate.
IL NINO MARAVILLA - Sanchez, il sogno ritorna dopo che nel 2011 il Barcellona lo strappò all'Udinese. El niño incanta; perché el niño non dà punti di riferimento agli avversari; perché el niño lo vorrebbe qualsiasi allenatore; perché el niño conosce l'Italia e non dovrebbe ambientarsi: Udine l'ha introdotto in questo calcio e l'esperienza in Spagna, baciata dai successi, una Liga già vinta e una sistemata praticamente nel soggiorno, comunque non l'ha appagato completamente. Il costo, si sa, non è dei più accessibili: però gli investimenti sono stati garantiti e in quel giovanotto che ti punta senza paura, c'è la vocazione a spettacolarizzare qualsiasi azione, pure la più ordinaria. Sanchez è nell'elenco di gradimento di chiunque, Napoli compreso, rappresenta poi una passione già svelata di Aurelio De Laurentiis.