Burioni su medicalfacts pure lo ha detto. Ha anche detto che i virus nel tempo tendono a diventare meno aggressivi.
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Entrambe le cose mi suonano veramente assurde comunque.
I sbalzi di temperatura sono una concausa dello stato febbrile, ma non la prima. Quando si ha freddo tecnicamente, le difese immunitarie si abbassano per una lunga serie di ragioni, quindi di conseguenza un organismo patogeno potrà più velocemente prendere il sopravvento. Con l'aumentare delle temperature, le difese immunitarie migliorano, ma ciò non esclude comunque il contagio, questo vale per la classica influenza, ancor di più per covid.
La questione della temperatura per adesso lascia solo una piccola speranza in quanto questo è stato uno degli inverni più caldi di sempre, e ciò non ha ostacolato per niente la propagazione del virus. Lo stesso perde forza unicamente quando inizia l'immunità di gregge e per questo ci sono solo due soluzioni: il lancio di un vaccino, o semplicemente significa che almeno un 70% della popolazione è stata esposta al virus. Finché non si raggiunge questo stato il virus non perde forza.
L'unica cosa che potrà rallentare il virus è una temperatura torrida sui 40 gradi circa, e su questo non ci sono certezze.
Insomma, siamo nella merda