Napoli, sequestrata area ex Italsider: la procura: "Disastro ambientale"
Sotto accusa la mancata bonifica. Il quartiere illuso per anni con i progetti di riconversione. Indagati 21 fra ex dirigenti di Bagnolifutura e funzionari anche del ministero dell'Ambiente. Sequestrato anche il sito ex Eternit. Indagati gli ex vicesindaci Sabatino Santangelo e Rocco Papa e il presidente di America's Cup Napoli, Mario Hubler. Per anni idrocarburi gettati in mare.
Un'indagine della Procura di Napoli mette sotto accusa la mancata bonifica di Bagnoli. Su richiesta del pm Stefania Buda, è stato disposto il sequestro dell'area dell'ex Italsider ed ex Eternit, compresa la colmata mai rimossa dal quartiere illuso per anni dai progetti di riconversione dell'area industriale. Il provvedimento è stato emesso dal collegio dell'ufficio Gip presieduto da Bruno D'Urso. Il pm Buda, con il coordinamento dei procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fragliasso, ipotizza i reati di disastro ambientale e truffa. Gli indagati sono 21 fra i quali ex vertici di Bagnolifutura, funzionari Arpac e del Ministero dell'Ambiente. Il decreto di sequestro è stato notificato dai carabinieri del comando provinciale e dai carabinieri del Noe. I giudici hanno individuato come custode dell'area l'attuale presidente di Bagnolifutura, il magistrato in pensione Omero Ambrogi (estraneo all'indagine). Alla situazione di Bagnoli sono dedicate oltre trenta pagine della relazione conclusiva della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti depositata alla fine della precedente legislatura. Scrive la commissione, riguardo ad esempio all'area della colmata, compresa tra il pontile nord ed il pontile sud dell'ex centro siderurgico, "E' costituita da rifiuti e, in particolare, da scorie e loppe d'altoforno derivanti dalle lavorazioni dell'ex Ilva-Eternit di Bagnoli, smaltite su una superficie di circa 170 mila metri quadrati del litorale marino e di circa 50 mila metri quadrati della spiaggia originaria, a partire dal 1962 fino all'interruzione delle lavorazioni.
La Procura ipotizza il reato di concorso in truffa nei confronti di sette indagati: il dirigente del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, l'ex vicesindaco di Napoli Sabatino Santangelo, presidente di Bagnolifutura fino al 2006, Rocco Papa, che ha presieduto la societa' fino al maggio 2010 e, come Santangelo, ex vicesindaco, Carlo Borgomeo, dg di Bagnolifutura tra il 2002 e il 2007, Mario Hubler, dg di Bagnolifutura tra il 2007 e il febbraio 2012 (e attuale presidente di America's Cup Napoli), il direttore tecnico Gianfranco Caligiuri e il dirigente Arpac Alfonso De Nardo. L'ipotesi di disastro ambientale è configurata nei confronti di Mascazzini, Caligiuri, Santangelo, Papa, Borgomeo, Hubler e De Nardo. Una serie di iniziative da intraprendere per mettere riparo alla grave situazione ambientale che si è determinata a Bagnoli: è quanto dispone nel decreto eseguito oggi il collegio dei gip (presidente Bruno D'Urso, giudici Francesco Chiaromonte e Luigi Giordano) che, dopo aver esaminato gli atti, dettano un programma di interventi.
In primo luogo per l'area dell'ex Italsider occorre "un nuovo progetto di bonifica e/o messa in sicurezza permanente che rispetti la destinazione urbanistica come prevista dagli attuali strumenti urbanistici". Tali interventi dovranno essere ultimati in un arco di tempo tra "i sei e i dodici mesi". La rimozione della colmata viene definita "doverosa"; nelle more occorre un "recupero di efficienza del complessivo sistema di messa in sicurezza di emergenza già costruito nel 2002 e in parte implementato nel 2008 funzionale a evitare la dispersione degli inquinanti in area o in mare". Inoltre bisognerà predisporre "un sistema stabile e continuo di controlli di qualità sulle acque in ingresso e in uscita dal sistema depurativo" (in tempi rispettivamente di sei mesi e un mese). "Le risorse non sono sufficienti, i 50 milioni di euro per la bonifica di Bagnoli non sono adeguati. Ieri (mercoledi) ho avuto un incontro al ministero dell'Ambiente con il direttore generale e ho chiesto di rivedere l'accordo di programma, quello di oggi è un punto di partenza per mettere una parola definitiva alla questione di Bagnoli. Non si può prescindere dalla bonifica dell'area". Lo dice il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano, a margine dell'inaugurazione dell'EnergyMed, a proposito del sequestro, da parte dei carabinieri, della di Bagnoli futura di questa mattina. "Non si può continuare a parlare di ipotesi di sviluppo - continua Sodano - se non si parla di bonifica che non sono solo quelle dell'area oggetto del sequestro, ma di tutta la parte della colmata e dei fondali". Sodano, da parlamentare, è stato presidente della commissione Ambiente del Senato e sottolinea che all'epoca avviò un'indagine conoscitiva di cui ci sono gli atti in parlamento in cui emergevano tutta una serie di criticità.
"Leggiamo le carte e vediamo quali sono le responsabilità - aggiunge Sodano - bisogna capire se ci sono elementi nuovi negli atti giudiziari e poi credo che da questo momento in poi, come stiamo già facendo, Bagnoli deve diventare una questione nazionale. E' un sito di interesse nazionale da bonificare e il governo, negli ultimi anni, ha fatto mancare i fondi per la bonifica, non da ultimo l'anno scorso il governo Monti ha tagliato 50 dei 98 milioni stanziati per la bonifica dei fondali e la rimozione della colmata. Piombino non è più d'accordo sull'accordo di programma per prendere la colmata, si è svincolata e siccome non c'è più tempo speriamo che questa di stamattina sia l'occasione per accelerare sulla bonifica di Bagnoli". Sostanze inquinanti, in particolare idrocarburi, sarebbero finite in mare nel corso di diversi anni. Ciò ha provocato "un disastro ambientale determinando una situazione di pericolo per l'ambiente e per l'uomo derivante dallo sversamento in mare di pericolosi inquinanti cancerogeni provenienti da monte". L'inquinamento è stato conseguenza del "cattivo funzionamento della barriera idraulica". Gli inquinanti, confluendo nella vasca di calcestruzzo della colmata, finivano direttamente in mare. Inoltre il telo di copertura che dovrebbe isolare i materiali contaminati, stivati nel corpo della colmata, è risultato in condizioni di degrado in più punti affiorante e lacerato".