Finalmente l'ho visto.
Prendete il Teorema pasoliniano, e portatelo nelle atmosfere degradate e criminali delle opere letterarie di Jim Thompson, il tutto condito da quel cinema pulp sicuramente più vicino a quello dei fratelli Coen che all'estetica fastidiosa e citazionista fine a se stessa di Tarantino, ed aggiungeteci anche un tocco lynchiano, soprattutto nel personaggio principale di Killer Joe e della lolitesca ed ambigua fino alla fine del racconto, Dottie ed ecco che avrete questo film del vecchio leone Friedkin, forse l'unico regista reduce della new Hollywood anni '70, a rimanere sempre coerente con la sua cinematografia, dopo l'imborghesimento e la prostituzione di Scorsese, ed il declinio anche per aver abusato di opere su commissione di Coppola e De Palma.
Come un'entità metafisica, l'oscuro Joe, degno erede del Frank Booth di Dennis Hopper in Velluto Blu, si annida in questa immorale famiglia di redneck e ne demolisce le già deboli fondamenta, risucchiando anima e linfa vitale. Proprio il decadimento fisico del personaggio interpretato da Emile Hirsch è la chiara metafora dello svolgimento della vicenda, non del tutto originale a livello noir (il solito omicidio su commissione che va male, i soliti amorali e poco intelligenti personaggi disperati, la forte ambiguità di fondo..), ma che sta proprio nella regia di Friedkin che a differenza del precedente Bug, non ci fa pesare l'origine teatrale dell'opera, e nelle superbe interpretazioni, la forza del film. Oltre al bel tenebroso McConaughey, che lontano dai pessimi prodotti mainstream hollywoodiani dimostra il suo talento, ai già collaudati Haden Curch ed Hirsch, che nei film anti-hollywoodiani, soprattutto in ruoli ai limiti, già avevano regalato ottime interpretazioni, meritevole di menzione anche l'eroina di tanti b-movies, la sempre bona Gina Gershon, umiliata (la scena del fellatio alla coscia di pollo è decisamente disturbante, e rimarrà indubbiamente nella storia delle scene eccessive..) ma vera anima nera priva di qualunque concessione morale nella vicenda. Film senza alcuna catarsi, pessimista ed amorale, ma sia lodato qualunque entità divina ad avercelo. Violenza (che poi sono per lo più due pestaggi e l'omicidio finale) ai limiti dello splatter.
*** e 1/2 ci sono tutte.