Autore Topic: Marnie (Alfred Hitchcock, 1964)  (Letto 605 volte)  Share 

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Offline wendell

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Marnie (Alfred Hitchcock, 1964)
« il: 27 Giugno, 2012, 17:35:42 pm »


Un ricco uomo d'affari si innamora di una ladra terrorizzata dagli uomini...
Parente stretto di Io ti salverò, ne condivide il difetto fondamentale: la semplificazione dei principi della psicanalisi, la loro applicazione superficiale. Si sfiora il ridicolo quando Tippy Hedren sfodera la sua voce infantile nel ripercorrere il dramma che le ha segnato l'esistenza. Fin quando Hitchcock lascia che i disordini mentali affiorino per caratterizzare i suoi personaggi e le dinamiche dei loro perversi rapporti, il racconto funziona. Fortunatamente all'esplicazione dei misteri dell'inconscio è dedicata solo una parte della narrazione.
Più interessante la tensione sado-masochistica che alimenta il legame tra Sean Connery e la sua amata. Purtroppo la caratterizzazione del personaggio maschile non è sufficientemente ardita e al balenare di un accenno di violenza sessuale fa seguito un atteggiamento iper-protettivo. Più che un amante sconvolto dalla passione sembra una trasfigurazione della figura paterna che è mancata alla ragazza.

Voto: ***
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.