Fotoreporter costretto all'immobilità per una frattura alla gamba inganna il tempo spiando i vicini. Convinto di avere scoperto un assassino nella casa dirimpetto, riuscirà, con l'aiuto della fidanzata, a far luce su un delitto.Metafora del cinema: Stewart è lo spettatore hitchcockiano. Quasi onnisciente, domina con lo sguardo tutta la scena. Si diverte, si preoccupa, freme e trepida.
Curioso che, dopo il 3D de Il delitto perfetto, qui si possa fare un parallelismo col 4D con l'antagonista che viola lo spazio privato del voyeur e vi entra in contatto.
In generale, il film è tra quelli che più di tutti ha segnato la poetica di Lynch, per diversi motivi: se in coda non venissero inquadrate le gambe di Stewart sembrerebbe un sogno (Mulholland Drive); l'omicidio che rompe la falsa quiete, poi ricomposta con annessa trasformazione dei personaggi è una struttura classica del racconto cinematografico ma che, aggiunta al tema del voyeurismo, ha soprattutto la paternità di Velluto Blu (tra l'altro anche lì il protagonista spia l'omicida e trova un indizio determinante sull'erba...).
L'entrata in scena di Grace Kelly è da antologia. Perché è bella lei e perché Hitchcock rompe il registro utilizzato fino ad allora. Nessuna figura intera, solo un primo piano al ralenti sul volto dell'attrice che entra nell'inquadratura baciando un James Stewart tra sonno e veglia.
Voto: ****