Secondo me la verità sta in mezzo. E' vero come molti dicono che il Napoli è l'unica squadra di calcio della terza metropoli d'italia(se pensiamo all'hinterland metropolitano Napoli è la seconda se non la prima). E' vero che le altre grandi città (Milano, Inter, Roma, Torino, Genova) sono costrette a dividersi risorse e tifosi. E' anche vero che il Napoli per la passione della sua gente e per il fatto stesso che milioni di tifosi sono distribuiti su tutto il globo terracqueo potrebbe diventare una società di primo piano a livello internazionale. Però non possiamo trascurare il contesto italiano. E allora penso che in più di cento anni di serie A il 75% degli scudetti è stato vinto da 3 squadre e che più dell'80% è stato vinto da squadre di città del centro nord. A questo aggiungiamo che dal dopo guerra in poi, queste percentuali salgano a cifre davvero imbarazzanti. Basta aggiungere che dalla fine degli anni '80 alle soglie del 2000 e poco oltre tutte le outsider che hanno conquistato uno scudetto o due(Verona,Napoli,Sampdoria, Lazio, Roma) hanno poi scontato crisi tremende. La stessa violacea o il Parma che hanno tentato l'assalto al cielo invano sono poi state punite con una puntualità impressionante. Il Napoli in passato ha avuto anche un presidente facoltoso(per un periodo uno tra i 5 più ricchi d'Italia) che ha in un certo qual modo anticipato il berlusconismo se si pensa che oltre al suo enorme potere economico poteva vantare forza politica e soprattutto mediatica. Usò il napoli proprio come strumento di avanzata politica. Tanto era il suo potere che un certo Rosi si scomodò per tirar fuori uno dei film più belli di quell'epoca(e di sempre a mio avviso). Insomma, per potere economico, mediatico, politico dopo la famiglia Agnelli a capo della Juve in Italia c'era il presidente del Napoli Lauro. Eppure, non abbiamo vinto nulla, anche se i tifosi del napoli hanno avuto la possibilità di ammirare grandissimi calciatori. questo è accaduto anche perchè oltre al contesto italiano, dobbiamo fare i conti con quello napoletano, ovvero una realtà complessa, in cui progettare qualcosa è davvero complicato(lo stiamo vedendo con la storia dello stadio) . Sono d'accordo sul fatto che un grande club per crescere ancora deve investire sulle strutture tecniche e sul settore giovanile e in particolar modo sullo stadio. Per farlo ci vuole tempo, programmazione e pazienza. In una realtà come quella italiana e poi napoletana il livello di difficoltà si alza incredibilmente(chiedetevi perchè gli sceicchi o i russi o gli americani(quelli seri e con i soldi) preferiscono investire in Francia, Inghilterra, Spagna). Il pappone sa bene che investendo in strutture, sul settore giovanile, nell'ambito dello scouting potrebbe vedere quintuplicate a lungo termine le sue entrate, ma probabilmente ritiene che per questioni soprattutto politiche e di convenienza il gioco non vale la candela e si accontenta(per modo di dire) di restare in linea di galleggiamento