Il Mattino
Non è passata neanche una settimana dalla finale dell’America’s Cup e la città di Napoli torna a formicolare di persone vogliose di ritornare a gustare il calcio giocato. Le vicende legate alle scommesse, che dalla cronaca invadono in opportunamente il campo sportivo e la sconvolgente morte di Morosini, che ha debitamente imposto un turno di stop al gioco del calcio in qualunque sua espressione, hanno alimentato la voglia di gol, dribbling e sudore. Le tre sconfitte consecutive e le nove reti subite non hanno raffreddato il pubblico del San Paolo che si è presentato puntuale a Fuorigrotta per dare man forte al team azzurro. Le squadre si presentano in campo, lo speaker dà lettura delle formazioni e tutti si alzano in piedi per ricordare la scomparsa di Morosini. Un applauso scrosciante da tutto il San Paolo saluta il calciatore e dagli spalti si srotolano diversi striscioni che lo ricordano affettuosamente. Uno in particolare mette in correlazione la purezza del calcio macchiata dallo squallore degli illeciti sportivi “Te ne sei andato da questo calcio malato… Ciao Morosini”. Come dare torto ad una frase tanto populista quanto veritiera.
Poi un’altra bacchettata “Per questo lutto avete fermato il campionato, Gabbo non avete rispettato, la morte è uguale per tutti” a ricordare la morte del tifoso laziale per il quale non si osservò un turno di stop. Per ritornare alle origini il pubblico con un bello striscione si aggrappa alla sonante vittoria della Primavera che nel pomeriggio di ieri ha superato per 3-1 la Lazio: “Fratta, ore 16, com’è bello il gioco del calcio” a dimostrazione che l’azzurro non colora solo il San Paolo ma ovunque il Napoli metta piede. Intanto, però, le squadre sono in campo e attendono il fischio di inizio che tarda ad arrivare, Doveri ha avuto un problema alla spalla che fa spostare le lancette di venti minuti. Finalmente si inizia, ma il San Paolo sembra più silenzioso del solito. A risvegliarlo arriva quello che tutti aspettavano da diverse partite: la rete del Matador. “Cavani, Cavani, Cavani” è il triplice urlo del pubblico che finalmente schiarisce le corde vocali. Ma a ricordare i vecchi tempi si prende subito l’abitudine e trascorsi altri venti minuti ci pensa il destro del capitano Cannavaro a far urlare per la seconda volta il San Paolo. Una rete voluta dal destino per scacciare i malumori scatenati dalle dichiarazioni di Gianello, quasi a voler ribadire che il capitano ha il cuore e la coscienza pulita. Inizia anche a piovere, ma ormai il pubblico è caldo e dà il via ad un tifo tamburellante che tocca il suo punto massimo quando Vargas prende il posto di Inler e contemporaneamente entra in campo anche l’ex Mascara. Ma Mazzarri regala anche qualche minuto di gloria a Massimiliano Ammendola, classe ‘90, probabilmente qualcosa sta cambiando.
Ma li pagano pure?