Era un Napoli spavaldo quello che alzò al cielo la sua seconda coppa Italia, nella stagione '75-'76, che in campionato si concluse con un brillante quinto posto. Nessun nome roboante in rosa, ma la classe pure e sottovalutata di Antonio Juliano, il senso del gol di Beppe Savoldi, la grinta di Montefusco, Burgnich e Bruscolotti, la corsa instancabile di Luigi Boccolini e le parate di "Gedeone" Carmignani. Una squadra che, pur avendo consegnato agli almanacchi azzurri solo quel trofeo, è rimasta impressa nella mente di tanti tifosi, per averli onorati sempre con prestazioni determinate e combattive.
IL CAMMINO - Nella prima fase eliminatoria, il Napoli conquistò un brillante primo posto, frutto di tre vittorie (contro Reggiana, Foggia e Palermo) e un solo pareggio in quel di Cesena. Nove reti fatte, solo tre subite: si capì subito che gli azzurri tenevano da matti ad andare avanti nella competizione. Nel secondo turno, l'urna fu tutt'altro che benevola: il Napoli dovette vedersela con Milan, Sampdoria e Fiorentina. Furono proprio i viola a bloccare per primi al San Paolo (0-0) la squadra allenata da Rivellino e Delfrati; alla seconda giornata del mini girone però, gli azzurri fecero l'impresa a San Siro, battendo i rossoneri 2-1. Con l'identico risultato regolarono la Sampdoria a Fuorigrotta, mentre un altro pareggio (1-1) lo ottennero nel match di ritorno a Firenze. Un altro 2-1 rifilato al Milan al San Paolo fece da preludio all'approdo in finale, ottenuto con il pareggio (2-2) contro la Sampdoria all'ultima giornata. Primo posto con nove punti e la possibilità di sfidare il Verona nell'atto conclusivo della manifestazione.
LA FINALE NELLE PAROLE DI GUIDOLIN - Il 29 giugno del 1976 Napoli e Verona scesero in campo all'Olimpico di Roma (vedi il video in basso) agli ordini dell'arbitro Lattanzi; gli azzurri erano così schierati: Carmignani, Bruscolotti, La Palma, Burgnich, Vavassori, Orlandini, Massa, Juliano, Savoldi, Esposito, Braglia. Nelle fila dei gialloblù, guidati da Ferruccio Valcareggi, militava l'attuale tecnico dell'Udinese, Francesco Guidolin, che a Tuttonapoli ha ricordato così quella partita: "E' passato giusto qualche anno! (sorride n.d.r.). Io ero agli inizi della mia carriera da giocatore, avevo 20 anni e non mi aspettavo nemmeno di andare in campo. Il tecnico me lo annunciò qualche ora prima della partita, e per me fu una sorpresa bellissima sapere di dover giocare una gara così importante. Ovviamente il ricordo non può essere positivo, il Napoli si dimostrò troppo più forte e alla fine vinse meritatamente". A guardare il risultato, un 4-0 netto, può sembrare così, ma in realtà gli azzurri riuscirono a sbloccare la partita solo al 75° minuto, grazie ad un'autorete di Ginulfi. Nel giro di quattro minuti poi, dal 77° al 79°, Savoldi e Braglia misero in fresco la vittoria, che fu sancita nel finale grazie ad un altro gol dell'attaccante bolognese.
IL RICORDO DI JULIANO - Era il capitano di quel Napoli, e toccò a lui alzare al cielo la coppa sui gradoni dell'Olimpico: "Vincere un trofeo è sempre emozionante - racconta Juliano a Tuttonapoli - e quello per me ha un sapore dolce e amaro allo stesso tempo. Mi ricorda una vittoria importantissima, ma contemporaneamente anche l'unica in maglia azzurra. In quegli anni noi facevamo sempre il nostro dovere, portando il Napoli dove era possibile portarlo. Tanti buoni piazzamenti, dal secondo al quinto posto, ma mai la gioia di poter vincere un tricolore. Fosse stato come oggi però, quante volte avremmo giocato in Coppa dei Campioni..." E un sorriso, dolce e amaro come il suo ricordo, conclude il racconto di Juliano.