Autore Topic: Io ti salverò (Alfred Hitchcock, 1945)  (Letto 937 volte)  Share 

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Offline wendell

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Io ti salverò (Alfred Hitchcock, 1945)
« il: 31 Marzo, 2012, 18:20:10 pm »


Un giovane medico assume la direzione di una clinica psichiatrica, ma presto si scopre che è... :look:
Hitchcock era un fautore degli intrecci semplici, chiari, che non sollecitassero troppo la ragione a discapito del coinvolgimento emotivo e sensoriale. Le sue esigenze narrative, però, non si conciliano con un soggetto psicanalitico: la voglia di alleggerire la visione rendendo la trama misteriosa ma mai criptica costringe ad un didascalismo che mal si coniuga con la complessità degli argomenti trattati. L'approccio "terapeutico" della Bergman risulta in più punti improbabile. Il regista non riteneva la verosimiglianza un obiettivo al quale un film dovesse tendere ma, in questo caso, nel tentativo di non allontanarsene troppo penalizza proprio gli aspetti più riusciti dell'opera: quelli folli e onirici (amplificati dalla collaborazione con Dalì). Gregory Peck poi, col suo sguardo vitreo e il volto inespressivo, è palesemente fuori parte.
Poteva essere un ottimo film ma gli elementi di spicco finiscono per essere quelli formali: le scenografie nella scena del sogno, l'utilizzo della dissolvenza per sovrapporre immagini diegetiche ed extradiegetiche, i dettagli dei "corpi del reato" (illuminati o ingranditi rispetto alle caratteristiche naturali per "caricarli di emozione"). Va detto a parziale discolpa che si trattava del primo film "psicanalitico" mainstream e quelli che vennero dopo (anche di due decenni, tipo Il corridoio della paura di Fuller) non furono di livello superiore.

Voto: ***
« Ultima modifica: 31 Marzo, 2012, 18:22:29 pm da wendell »
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.