Si parla di tv generalista. Quella tematica è tutt'ora un prodotto di nicchia.
RTI (la prima furmicula nella dispensa) ha iniziato a dare (ad inizio anni 80) quando in Italia la televisione la tenevano già cani e porci. 
Dubito che il gusto popolare sia scaduto automaticamente immotivatamente nel giro di vent'anni. Che cazz state ricenn...
Tu hai parlato di domanda, non di tv generalista o meno. E comunque la domanda della tv a pagamento proviene da quella generalista. L'utenza di riferimento chell'è. O no?

E Sky, soprattutto attualmente, come contenuti è tutt'altro che un contenitore di nicchia.
Fiorè, ad inizio anni 80 (diciamo 80-81....) la televisione non era diffusa come potrebbe essere percepito oggi, o quantomeno non era ancora un'abitudine consolidata in tantissime persone. E soprattutto ce n'era una sola in casa, tranne casi particolarissimi.
Diciamo che la televisione ha incominciato a diventare quella che conosciamo oggi da Drive In in poi, e con l'avvento di una credibile concorrenza nel mercato degli apparecchi (non mi dire che c'era anche negli anni 70, che è una palla).
Ma soprattutto, chi dice che il gusto sia scaduto immotivatamente....
Tu individui le variabili nel grado d'istruzione e di alfabetizzazione, ma sono variabili che non riescono a spiegare da sole un trend (peratro più o meno comune ad altre nazioni europee).
Bisogna considerare anche fattori come:le condizioni generali del palinsesto, la distribuzione (in termini di ceto) dell'ascolto televisivo, allargamento della fascia oraria (diventata 24h solo verso la fine degli anni 80, prima c'era il rullo), costo di un'intera programmazione giornaliera.
Ed anche se avessi detto delle cazzate, ridurla sul culo e tette (anche impolpando il discorso con sofismi pseudoeconomisti del cazzo) mi sembra una semplificazione alla Travaglio. La questione è più sottile.
Se io propongo solo pane di ghiande al mercato, perchè voglio massimizzare il profitto, cosa mangeranno i clienti?