Il detective Havenhurst viene chiamato sulla scena di un crimine. Una donna anziana è stata infilzata con una spada orientale in una casa vicina alla sua abitazione. I sospetti non possono che cadere sul figlio di lei, Brad, che, armato di fucile, afferma di avere con sé due ostaggi. Attraverso le ricostruzioni della fidanzata e di un regista teatrale emerge progressivamente la psicologia del giovane.Punto di convergenza tra tre poetiche: di Herzog, nella degenerazione allucinata del protagonista; di Lynch (produttore esecutivo), nel falso idillio del paesino soleggiato nel quale è ambientato il film; di Michael Shannon, impegnato in una performance non diversa da quella offerta in Bug di William Friedkin. A legare le tre componenti, l'Oreste di Eschilo, trasferito dal palcoscenico alla vita reale nel tentativo di esorcizzare i mali dell'anima oppressa del personaggio di Shannon. I simboli mitici sono trasfigurati negli oggetti di consumo (Dio è un barattolo alimentare), svuotati della loro consistenza, simulacrali. Segno dei tempi.
Nel complesso però, quella che dovrebbe essere un'addizione tra immaginari autoriali, finisce per essere una sottrazione. Ognuno, per far spazio all'altro, rinuncia a qualcosa. Ognuno, in solitaria, ha fatto di meglio.
Voto: ***1/2