Io intendo dire che ogni giorno che passa mi sembra di essere più vicino al punto di non ritorno, il punto in cui si rompe l'equilibrio, perché nel capitalismo è insita la sua stessa degenerazione, e vedo sempre più realizzabile un cambiamento. Perché non è possibile che pochi creino una crisi per ridistribuire le ricchezze. Qua già la parola crisi è sbagliata, perché è semplicemente un processo per cui molti che hanno poco, rinunciano a parte di quel poco per ingrassare ulteriormente dei pochi che già hanno troppo. Prima o poi il giocattolo si rompe, e io lo sento scricchiolare sempre più forte.